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Mercoledì 29 Febbraio 2012 10:09

“La legalità nel quotidiano”

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Lecce, 28 febbraio 2012

Liceo Statale Siciliani di Lecce

“La legalità nel quotidiano”

Incontro con:

Pier Luigi Vigna (ex Procuratore nazionale antimafia)

Cataldo Motta (Procuratore capo della Repubblica per la Provincia di Lecce)

Marcella Rucco (Dirigente Ufficio Scolastico Territoriale di Lecce)

 

Pubblico partecipante ed intervenuto: Studenti della Scuola Secondaria Superiore e docenti

http://www.youtube.com/watch?v=8VijWC7L3Tg

 

 

“Dovreste andare controcorrente” consiglia Pier Luigi Vigna ai ragazzi, quando un’innocente studentessa, con l’espressione più soave della voce della verità, chiede: “Come pensate di doverci educare alla legalità se l’intero sistema italiano è illegale?”.

Più di qualcuno direbbe: domanda da 1 milione di dollari…

Questo è, molto probabilmente, il pensiero ricorrente di questa nuova generazione che si appresta a conseguire il diploma di maturità. Questo è, molto probabilmente, il pensiero dell’identità di gruppo di questa nuova generazione italiana.

Più di qualcuno direbbe: hanno capito già tutto…

Perché se è pur vero che le precedenti generazioni lottavano contro la Mafia, scendendo nelle piazze, manifestando, appendendo striscioni sugli edifici delle varie Università e elevando a modello Roberto Saviano, nella speranza e nella possibilità di vedere affermati non solo i loro diritti presenti e futuri, ma i diritti di tutti attraverso la speranza futura di instaurazione ideale di un nuovo sistema quanto più giusto possibile, è pur vero che questa nuova generazione, osservando l’esperienza delle precedenti, ha probabilmente compreso che lottare per determinati ideali, quando l’idolo della lotta alla Mafia delle precedenti generazioni vende questi medesimi ideali al sistema ricavandone successo, popolarità e un più che congruo profitto, farlo inoltre con gli stessi mezzi corretti e civili che una democrazia richiede, non serve propriamente ad un bel nulla. Hanno probabilmente capito che è solo una perdita di tempo. Come dar loro torto?

Tradotto ed interpretato tale pensiero in un linguaggio più ricco la domanda di quella studentessa allo Stato sarebbe:

“Per quale motivo addossate a noi tutti le responsabilità del cambiamento di una società il cui equilibrio è basato sull’illegalità e su una non chiara differenza tra ciò che è lo Stato e ciò che è la Mafia, tra ciò che è la Legge e tra ciò che è il Comportamento, tra ciò che è il Diritto e tra ciò che è la Regola, tra ciò che è il Bene e ciò che è il Male? Come pensate di doverci educare a dei corretti comportamenti se tutto il sistema è illegale e dovendo agire e pensare all’interno del medesimo sistema che per affermarsi richiede comportamenti non propriamente corretti? Come potete pensare che proprio noi, a differenza delle generazioni precedenti, potremmo avere la bacchetta magica per risolvere tutti i problemi che inevitabilmente erediteremo, senza avere neanche la possibilità di scegliere quali problemi addossarci e quali invece no? Per quale motivo non comprendete che non è assolutamente giusto che, in virtù di un timido rimando educativo nei nostri riguardi, ipocrita e privo di qualsiasi esempio, noi dobbiamo oltremodo pagare determinati nostri comportamenti che non rientrano in quelli odiernamente definiti legali, quando gli adulti molto spesso non si trovano a pagare per le proprie colpe? Come potete pensare che il peso dei vostri sbagli, delle vostre azioni passate, debba in qualche modo esserci indifferente? Non siamo anche noi persone con un’emotività, con delle speranze, con dei sogni, con dei progetti, con una vita ancora tutta in cammino? Non sono tutte queste cose oltre ogni limite rese difficili, o impossibili o anche impedite dallo stesso sistema attuale che non sappiamo né in che modo erediteremo, né quanti di noi e né chi di noi lo erediterà e come potrà fare in modo di renderlo migliore e con quali mezzi, con quali possibilità, con quali stesse probabilità di riuscire a farlo, dato che tali mezzi, tali strumenti, tali probabilità e possibilità saranno anch’esse ereditate dal passato? Per quale motivo andate avanti a scaricare sul futuro le vostre incapacità, senza rendervi conto che il futuro si costruisce in ogni momento del nostro presente e che noi non siamo, adesso ed in questo momento, al timone di questo presente?”

E’ probabilmente questo il pensiero, oggi, di questa nuova generazione, nella sua identità di gruppo.

Volendo interpretare le parole di Pier Luigi Vigna, quando dice: “dovreste andare controcorrente”, voglio dire ai ragazzi: “Non smettete mai di credere in un mondo migliore e crescete tutti insieme come educatori fra di voi, degli altri, di ciascuno di voi stessi. Non perdete il vostro tempo nell’inutilità di un pensiero depresso o di un comportamento privo di ogni logica riflessione sul suo senso. Voi avete nelle vostre mani tutto il tempo. Se sarà necessario impuntate anche i piedi ma fatelo tutti insieme e fatelo con correttezza, con convinzione e senza violenza. Siate sempre curiosi ma mai invadenti. Chi smette di essere curioso smette di essere bambino, smette di cercare, smette di provare a cambiare, smette di vivere. Più sarete, più cambierete. Non dividetevi. Cercate di stare tutti insieme e di trovare tra voi sempre dei pensieri comuni che vi possano unire, piuttosto che dividervi in base alle inevitabili differenze. Il vostro compito sarà trovare un equilibrio migliore”.

Mentre a chi detiene il potere adesso invece dico: “Ricordatevi in ogni momento che le vostre azioni e i vostri pensieri, in questo sistema presente, ricadono inevitabilmente su di loro e sulla loro capacità presente di credere in un miglioramento futuro, oltre che ricadere sul loro sistema futuro; poiché da questo presente lo erediteranno. Il vostro compito è dare la possibilità a questa nuova generazione di trovare un equilibrio migliore”.

 

 

Articolo modificato il Mercoledì 29 Febbraio 2012 15:54

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