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Sabato 20 Febbraio 2010 21:38

Lettera On.le Gelmini Featured

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On.le Ministro Gelmini,


nel rispetto del Suo ruolo e funzione, Le scrivo manifestando il mio pensiero, nel completo esercizio delle mie funzioni istituzionali di docente, che spero anche Lei parimenti rispetterà. Mi riferisco alle Sue pubbliche dichiarazioni successive ai fatti di Via Padova in Milano, che hanno visto l’omicidio di un arabo e successivi scontri tra immigrati arabi e sudamericani con le forze di polizia impegnate a sedare gli stessi: “*il fallimento è quello dell’idea di falsa integrazione della sinistra”. Lei, On.le Ministro, dovrebbe sapere che a Scuola gran parte della fatica dei docenti, impegnati in classi pluriculturali, realtà evidenti e irreversibili in zone a forte processo immigratorio (come ad esempio la Sua città di Brescia), è finalizzata all’integrazione dei bambini di diversa estrazione culturale, attraverso anche il coinvolgimento delle rispettive famiglie, in una specifica educazione istituzionalizzata dal nome: *educazione interculturale*. Educazione interculturale che è prassi scolastica non di sinistra o di destra, ma del Suo Ministero e dello Stato italiano. La conseguenza di tale dichiarazione è gettare nello sconforto tantissimi insegnanti che, con passione e dedizione, lavorano affinché i bambini italiani di diversa cultura e/o origine, cittadini del futuro, imparino a
convivere nella conoscenza e nel rispetto reciproco. Per cui, se è veramente convinta che l’integrazione sia una falsa idea, ed anche di parte, La invito ad emanare una circolare ministeriale impartendo un ordine a noi docenti e imponendoci di non fare più *educazione interculturale*, magari spiegandoci anche come poter mirare alla convivenza e conoscenza fra culture in altro modo, per il bene di tutti. Oppure, me lo consenta, impari a pensare prima di rilasciare dichiarazioni non solamente offensive verso una intera categoria professionale, ma anche fortemente irrazionali, poiché mancano di adeguata conoscenza del mondo stesso che Lei dovrebbe rappresentare ed adeguatamente condurre, difettano di aderenza al reale e non fanno altro che giustificare le intolleranze. Queste dichiarazioni rilasciate da un Ministro deputato all’Istruzione, sono veramente intollerabili e devono essere fortemente respinte.
Mi rendo conto che essere di parte (ed a certi livelli non si può farne a meno e si sa) non aiuta ad analizzare le situazioni con obiettività, poiché si pensa sempre al risvolto politico, che serve ai voti elettorali, ma non alla gente e alla realtà delle loro vite (tanto meno alla Scuola); non avendo come fine la risoluzione dei problemi, che non possono essere elusi con dichiarazioni dissonanti. Problemi che letti sul giornale sembrano lontani, ma vissuti da vicino fanno male; vissuti dalla gente che si trova a vivere quelle situazioni è paura e sofferenza. Le dichiarazioni di chi di parte è, cavalcano il vento dell’occasione per far campagna elettorale o per aiutare chi la fa. Le dichiarazioni di chi è di parte, stancano gli intelletti ben pensanti. Tuttavia il problema non è politico in origine, è culturale. Non riguarda la sinistra o la destra (definizioni che dovrebbero diventar desuete lasciando il posto a definizioni politicamente necessarie quali: conservatori e riformisti ed invece resistono al pari di arcaismi quali: comunisti e fascisti) ma è di tutti. Il problema riguarda l’ignoranza della cultura dell’altro, la diffidenza verso il diverso che si trasforma in paura, la diversità di stili di conduzione di vita incardinata in variopinte credenze religiose, ed altre cose che originano reciproche incomprensioni, dovute a normali diversificati linguaggi culturali (frutto di diversi storici rami evolutivi); incomprensioni che, secondo la legge fisica naturale “ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria” possono determinare anche delle vere e proprie tragedie, come quella di Via Padova in Milano. La paura verso l’altro che non si conosce non è di destra o di sinistra, ma è scientificamente una paura ancestrale. L’educazione alla conoscenza e al rispetto dell’altro con il fine della pacifica convivenza, meglio se finalizzata all’integrazione (*educazione interculturale*), non è di destra o di sinistra, ma è un obbligo pedagogico (e la pedagogia è scienza). Non riguarda solo gli extracomunitari (dizione che Le assicuro è alle loro orecchie ritenuta offensiva, perché loro vorrebbero far parte della comunità ma già al sol nome con cui vengono identificati - extra ossia fuori della comunità - non vengano certamente favoriti a farlo) ma anche la gente del Nord e del Sud di diversa cultura.
Prendiamo atto che la Scuola oramai non ha più voce, che la Scuola ormai non c’è. La politica le ha apertamente dichiarato guerra, in totale ipocrisia, negando ed osteggiando continuamente la sua funzione formativa ed educativa.
Non so con Chi prendermela come uomo di Scuola, ma il Ministro all’Istruzione, Università e Ricerca ora è Lei.
La ringrazio dell’attenzione e La invito a riflettere.
Distinti Saluti

Fabrizio Fiordiponti

Articolo modificato il Mercoledì 03 Marzo 2010 06:22

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