Cerchiamo di capire bene come effettivamente risolvere determinati problemi. Non si può parlare a vanvera in questo modo (da quello che si evince in determinate dichiarazioni a caldo presenti nell'articolo allegato di cui in basso), valutando gli avvenimenti solo dal punto di vista politico, escludendo dalla valutazione aspetti necessari alla comprensione del problema nell'insieme. Non possiamo fare della sociologia e della psicologia individuale e collettiva delle condizioni a contorno. Un qualsiasi problema matematicamente deve evidenziare tutti i dati necessari alla risoluzione dello stesso. Non si può ogni qual volta originare un teatrino politico inutile e deleterio come questo.
Il problema dell'integrazione degli immigrati esistenti (evitare immigrazione clandestina o comunque immigrazione che diventi socialmente non utile mi sembra in questo momento storico cosa ovvia) è un problema sicuramente politico, ma chiaramente educativo, che non può che essere collegato all'istituzione scolastica nel suo complesso. Se in classe si sperimentano modelli di vita civile interculturali (e la classe è in piccolo la rappresentazione di una società e cartina al torna sole ove si notano perfettamente i problemi stessi della società presente e quelli possibili della società futura, poichè i bambini risentono senza filtrarli delle dinamiche psicologiche e sociologiche vissute in famiglia ed in società) non si può che cercare di usare il buon senso nel mondo degli adulti e favorire il maggior coinvolgimento dei genitori dei bambini immigrati nei progetti che si fanno a scuola. Ma tagliando continuamente fondi alla scuola i problemi non si risolvono e si tende ad aumentare quel gap tra progettazione scolastica e realtà sociale. Se si tagliano gli insegnanti nella scuola primaria invece di inserire figure specializzate in ogni scuola per progetti educativi interculturali indirizzati ai bambini e alle loro famiglie, non si può pretendere che l'integrazione si realizzi come miracolo. Queste persone che si rivoltano (alcune delle quali saranno anche genitori di bambini che vanno a scuola) devono essere necessariamente coinvolte in progetti educativi interculturali mirati, condotti da insegnanti esperti e meglio da team di figure professionali complementari, da svolgersi nelle scuole. Cerchiamo di essere seri ed onesti. Basta poco.
Fabrizio Fiordiponti
http://www.corriere.it/politica/10_febbraio_14/reazioni-via-padova_7fd2026e-195c-11df-b019-00144f02aabe.shtml