La legge del copy-right NON è uguale per tutti…
Inizia a fare caldo. Inizia la stagione più pazza che c’è, dove la maggior parte della gente mette il cervello in stand-by, dedicandosi a cose non possibili in altre stagioni, alle esagerazioni ed anche al proibito o al moralmente inaccettabile. Ma la notizia non è questa. Anche se, obiettivamente, il caldo inizia ad annebbiare la mente di qualcuno che già al fresco è incapace di pensieri corretti. Colpire il reato (propriamente definito tale) per colpire, alla fine della fiera, un fenomeno antico il cui radicamento è tale che meriterebbe una migliore considerazione, invece di essere politicamente trattato con sufficienza e superficialità, con qualche condimento surplus di intolleranza e di inconsapevole razzismo (scientificamente il razzismo è uno stato emotivo inconsapevole, ossia chi è razzista non sa di esserlo).
Nadir (lo chiameremo così) è un ragazzo che viene dal Senegal. E’ costretto, per sbarcare il lunario e per mandare qualche piccolo ricavo alla sua famiglia che vivacchia nel paese di origine, a smerciare merce contraffatta. Occhiali da sole, borse, borsellini, camicie e oggetti ornamentali spesso, quasi solamente, acquistati da donne.
Nadir da oggi in poi non metterà più piede in spiaggia. Una “sua cliente” è stata multata perché acquistava una di quelle merci contraffatte. Versace, Armani, D&G, Valentino, Diesel, ecc. Marche…timbri che vengono messi sulla merce e che determinano il valore della merce stessa. Marchi. Regolarmente registrati e che non possono essere copiati.
La legge è legge. Vero.
Ma è giusto che Nadir subisca questo trattamento? E’ giusto che gli venga negata l’unica possibilità per tirare a campare? Ci sono forse delle diverse soluzioni, più giuste e rispettose della persona?
Se penso a tutta quella gente che scarica gratis e illegalmente su internet (ad esempio nel famoso sito di e-mule) film e musica di ogni tipo. Gente che va ad intaccare gli interessi di case cinematografiche e discografiche e di autori ed interpreti. Gente bianca di colore della pelle. Tanta tantissima gente ed io ne conosco parecchia poiché, se non tutti, in molti fanno così. Gente che si fa un baffo del copy-right (esattamente come Nadir) ma non paga nulla per le violazioni della legge. Come possiamo chiamarla questa gente? Se Nadir viene offensivamente chiamato “vu cumprà” (addirittura al Tg di Rai 1), con ribrezzo e poca considerazione della persona che si cela dietro quel misero lavoro, come dobbiamo chiamare tutti i pirati della rete? Forse: “vu scaricà”? Se penso a questo mi viene voglia di dire a Nadir: “ Caro Nadir sei nero. Se fossi stato bianco forse forse…quel piccolo borsello il cui ricavo ti serve per mandare i soldi in Senegal…te lo avrebbero fatto vendere…”. Ma la tolleranza zero si ha sempre con i più deboli… Più si è in alto e più si tollerano le proprie nefandezze ed intolleranze (arrivando anche a farsi leggi ad hoc)…
Fabrizio
A JESOLO
Compra un falso Louis Vuitton in spiaggia, mille euro di multa
La prima infrazione stagionale per l'acquisto di merce contraffatta colpisce una turista austriaca. Il Comune: tolleranza zero
http://corrieredelveneto.corriere.it/veneziamestre/notizie/cronaca/2010/5-giugno-2010/compra-falso-louis-vuitton-spiaggia-mille-euro-multa-1703147043242.shtml
Inizia a fare caldo. Inizia la stagione più pazza che c’è, dove la maggior parte della gente mette il cervello in stand-by, dedicandosi a cose non possibili in altre stagioni, alle esagerazioni ed anche al proibito o al moralmente inaccettabile. Ma la notizia non è questa. Anche se, obiettivamente, il caldo inizia ad annebbiare la mente di qualcuno che già al fresco è incapace di pensieri corretti. Colpire il reato (propriamente definito tale) per colpire, alla fine della fiera, un fenomeno antico il cui radicamento è tale che meriterebbe una migliore considerazione, invece di essere politicamente trattato con sufficienza e superficialità, con qualche condimento surplus di intolleranza e di inconsapevole razzismo (scientificamente il razzismo è uno stato emotivo inconsapevole, ossia chi è razzista non sa di esserlo).
Nadir (lo chiameremo così) è un ragazzo che viene dal Senegal. E’ costretto, per sbarcare il lunario e per mandare qualche piccolo ricavo alla sua famiglia che vivacchia nel paese di origine, a smerciare merce contraffatta. Occhiali da sole, borse, borsellini, camicie e oggetti ornamentali spesso, quasi solamente, acquistati da donne.
Nadir da oggi in poi non metterà più piede in spiaggia. Una “sua cliente” è stata multata perché acquistava una di quelle merci contraffatte. Versace, Armani, D&G, Valentino, Diesel, ecc. Marche…timbri che vengono messi sulla merce e che determinano il valore della merce stessa. Marchi. Regolarmente registrati e che non possono essere copiati.
La legge è legge. Vero.
Ma è giusto che Nadir subisca questo trattamento? E’ giusto che gli venga negata l’unica possibilità per tirare a campare? Ci sono forse delle diverse soluzioni, più giuste e rispettose della persona?
Se penso a tutta quella gente che scarica gratis e illegalmente su internet (ad esempio nel famoso sito di e-mule) film e musica di ogni tipo. Gente che va ad intaccare gli interessi di case cinematografiche e discografiche e di autori ed interpreti. Gente bianca di colore della pelle. Tanta tantissima gente ed io ne conosco parecchia poiché, se non tutti, in molti fanno così. Gente che si fa un baffo del copy-right (esattamente come Nadir) ma non paga nulla per le violazioni della legge. Come possiamo chiamarla questa gente? Se Nadir viene offensivamente chiamato “vu cumprà” (addirittura al Tg di Rai 1), con ribrezzo e poca considerazione della persona che si cela dietro quel misero lavoro, come dobbiamo chiamare tutti i pirati della rete? Forse: “vu scaricà”? Se penso a questo mi viene voglia di dire a Nadir: “ Caro Nadir sei nero. Se fossi stato bianco forse forse…quel piccolo borsello il cui ricavo ti serve per mandare i soldi in Senegal…te lo avrebbero fatto vendere…”. Ma la tolleranza zero si ha sempre con i più deboli… Più si è in alto e più si tollerano le proprie nefandezze ed intolleranze (arrivando anche a farsi leggi ad hoc)…
Fabrizio
A JESOLO
Compra un falso Louis Vuitton in spiaggia, mille euro di multa
La prima infrazione stagionale per l'acquisto di merce contraffatta colpisce una turista austriaca. Il Comune: tolleranza zero
http://corrieredelveneto.corriere.it/veneziamestre/notizie/cronaca/2010/5-giugno-2010/compra-falso-louis-vuitton-spiaggia-mille-euro-multa-1703147043242.shtml