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Domenica 27 Giugno 2010 08:48

L’OTTICA DELLA COMPETIZIONE NELLA PRATICA EDUCATIVO/DIDATTICA

WRITTEN_BY_MALE
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La competizione come valore o la competizione come male? Brevemente, in una domenica estiva ove tutto sembra tranne che estate, volevo esporre le ragioni del perché non è strettamente necessario (anzi è deleterio), affinché emergano i talenti o le capacità o le predisposizioni o le caratteristiche individuali, in relazione ed in confronto con gli altri, favorire la competizione tra alunni o allievi di una medesima classe. Essa, infatti, favorisce l’emersione anche (e forse soprattutto) di personalità che, per eccellere, desiderano la disfatta altrui, la sconfitta, la capitolazione. Il desiderio della disfatta altrui porta molto spesso a favorirla questa disfatta, utilizzando spesso modalità comportamentali spesso subdole ed occulte. Il parlar male alle spalle, l’aspettare il momento dell’errore altrui per poterlo energicamente mettere in risalto (agli occhi dei compagni e di quelli dei docenti), il covare invidia, il doppio gioco delle amicizie, le conoscenze opportunamente scelte spacciate per amicizie, sono solo alcune fra le modalità comportamentali che si verificano in un sistema-classe. Per tutte queste ragioni non sempre emergono i migliori, non sempre emergono i più intelligenti e non sempre emergono i più onesti (soprattutto). La competizione è un male. Essa non permette una vita tranquilla e serena in un sistema-classe. Non consente di imparare e di apprendere in una dimensione esistenziale ove le relazioni sociali tra i membri del gruppo sono tali da mantenere coeso il gruppo. Un gruppo di persone che si stimano, si rispettano, si vogliono bene e che sono contenti per un risultato positivo di uno qualsiasi dei suoi membri, sono attenti ad aiutare e a incoraggiare chi non riesce ad ottenere buoni risultati, sono preparati ad ottenere quello che meritano e non desiderano altro di più di ciò che gli “spetta”. Vi sono numerosissime applicazioni di questo saggio in tantissimi campi disciplinari collegati. Questo evidenziato è un nocciolo duro di un sistema didattico/educativo di sistema scuola che oltre ad essere favorito ha degli evidenti effetti sulla società, che tende a favorire la competizione per premiare non il merito ma il primo ed i primi. Per arrivare primo non sempre i mezzi individuali e della relativa famiglia sono mezzi giusti, corretti ed onesti. Mi chiedo dunque: vogliamo continuare ad essere educate e formate come persone cattive?

Fabrizio

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