Rapporto sulla situazione sociale del Paese – 44° Rapporto Censis 2010
Anteprima da televideo Rai, pag 181 odierna (3/12/2010)
Con un certo orgoglio professionale e nell’evidenza di aver fatto sempre il mio dovere e di essere stato immeritatamente temporaneamente danneggiato per questo e con la volontà assoluta di fare definitiva chiarezza affinchè emerga la verità e la ragione, riporto tali considerazioni che io faccio da anni, in ogni forma e modo, secondo coscienza e responsabilità professionale previste dal profilo “non subordinato” della professione docente, che in alcune zone dell’Italia viene annullato in virtù della considerazione di un inesistente e antigiuridico rapporto di dipendenza della funzione del docente a quella del dirigente; rapporto che viene forzato per mantenere una sorta di controllo di potere sul territorio che non è a vantaggio nè del pubblico, nè del privato e può essere considerato come una sorta di autoreferenzialità del potere stesso senza alcun rispetto della funzione che il potere ha e rivolto a tutti. Il che fa la classe dirigente ancora più colpevole, ancora più impreparata ed ancora più marcia (probabilmente perchè più ammalata e condizionata dall'effetto appiattimento e allineamento negativo; ma la personalizzazione del potere è reato grave). Esattamente come emerge da tale pubblica ed importante relazione del Censis.
"Il Censis fotografa evidenti fragilità personali e di massa, atteggiamenti spaesati, passivamente adattivi, troppo influenzati dai media e senza profondità di memoria e futuro.
I nostri riferimenti alti e nobili sono stati schiacciati dal primato del mercato e dalla personalizzazione del potere.
Siamo una società pericolosamente segnata dal vuoto, preda di pulsioni sregolate (violenza familiare, bullismo gratuito, facili godimenti sessuali, ricerca continua di stimoli esterni), troppo appagata e che ha smesso di desiderare.
Si vive senza norma e mancano solidi riferimenti nella classe politica e negli apparati pubblici.
La società non avrebbe lo spessore e il vigore adeguati alle sfide che dovremmo affrontare. Scivola in onda a pulsioni sregolate e viene meno la fiducia nelle lunghe derive e nell’efficacia della classe dirigente. Tornare a desiderare sembra l’unica ricetta per riattivare la dinamica di una società troppo appagata ed appiattita.
Sono queste le “Considerazioni generali” del 44° Rapporto Censis e sulla situazione nel Nostro Paese oggi.
Abbiamo resistito, con grossa fatica, agli anni più drammatici della crisi, ma occorre una verifica di cosa è diventata la società nelle fibre più intime."
Fabrizio Fiordiponti