Prefazione al testo, riveduto e corretto, di “Capire la musica”

PREFAZIONE

In tutti questi anni di studio e di ricerca mi sono sempre fatto una domanda alla quale solo recentemente sono riuscito a darmi una parziale risposta e tale risposta ha preso forma con una poesia “Il levare” che riporterò alla fine di tale introduzione: “la Musica è un’arte o l’Arte è una musica”? Se ipotizzassimo tutto l’Universo come una grande Partitura musicale scritta a priori, dovremmo immaginare il Creatore come un possente Direttore di orchestra che detta il tempo allo spazio della materia oppure potremmo immaginare l’Universo come una composizione che “si fa da sè” nel tempo occupando uno spazio in continua evoluzione, come se tutto fosse stato pensato prima; composizione che non richieda interventi dall’esterno all’atto stesso della creazione, praticamente il “battere” (nel nostro caso l’esplosione della singolarità nel Big Bang), preceduto da un “levare” (ossia il Gesto creativo). Ho inoltre pensato che, se esistesse un Creatore come io credo esista, Egli non si sia fermato alla scrittura di un’unica Partitura (il nostro Universo in questione) ma ne abbia creati degli altri ed infatti la Scienza ipotizza i Multiversi senza capacità alcuna né di stabilirne la realtà né di capire se tali Multiversi siano tra loro collegati. In sostanza Dio, a mio modesto parere, non si è limitato alla creazione di una sola opera d’Arte, quindi di una sola Partitura musicale (considerando l’Universo come tale) ma è in continua creazione all’infinito nella generazione di infiniti Universi e dunque infinite Musiche. Siamo abituati a pensare la Musica come un “qualcosa” fatta di soli suoni e tuttavia una partitura musicale contemporanea può anche richiedere l’accesso ad elementi tipici di altre arti come, ad esempio, i colori. Nessuno ce lo vieta. Un’opera musicale, quale ad esempio l’opera lirica, aveva, come ha in sé, elementi di tante altre arti ed ecco che suoni, parole, forme, coreografie, sceneggiature, fotografie, costumi, ecc ecc remavano, come remano, tutti nella stessa direzione che è quella della Musica in un contesto artistico citato nei libri di Storia. Perché ad oggi, dunque, limitarci ai soli suoni per comporre Musica quando è l’etimologia stessa della parola (Musica come “Arte delle Muse”) che assegna alla Musica una dimensione ben più vasta di quella percepita dal solo nostro udito ma che va a coinvolgere anche tutti gli altri sensi?

A mio parere la Musica è sia un’arte e nel contempo anche l’Arte può essere una musica. Infatti lo studio dell’armonia dei Pianeti ha determinato relazioni e rapporti che hanno originato una traduzione del Disegno (o Partitura che dir si voglia) che viene interpretato sia musicalmente sia artisticamente in più forme e linguaggi. Insomma si può far Musica colorando e si può semplicemente disegnare suonando.

Le divisioni, le categorie, i campi non aiutano certamente l’atto creativo che, in quanto definito tale, potrebbe essere al di fuori di regole e convenzioni anche storicamente determinatesi (altrimenti che atto creativo sarebbe…). Un atto creativo non deve essere pensato all’interno di schemi, altrimenti rischia di sostanziarsi di cose già fatte o dette o scritte, ma deve tendere a cercare quella Musica che Dio non ci ha fatto ancora ascoltare…

Per tali motivi a me piace comporre Musica contemporanea alla maniera un po’ antica in Artinsieme che sarà oggetto di successive pubblicazioni.

Questo testo è stato pubblicato nel 2001 dalla Physa Edizioni musicali di Caselle di Altivole (TV) con ISBN 88-900617-0-7 con prefazione della Prof.ssa Anna Maria Santo che viene riportata a pag. 11. Viene ripubblicato, riveduto e integrato, nel 2019 con la casa editrice youcanprint.it come primo volume della Collana di Artinsieme.

Fabrizio Fiordiponti

Biella, 10 giugno 2019

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